Le Olimpiadi di Parigi 2024 attualmente in corso, stanno regalando momenti indimenticabili e storie di grande intensità.
Gli atleti del judo non sono esenti: oggi scrivo alcune impressioni su un primo episodio con protagonista una judoka giapponese Uta Abe la cui vicenda ha comunque rappresentato lo spirito olimpico.
Non sto a dettagliare cosa ha vinto, nel suo palmares non manca nulla e quasi tutto premiato con la medaglia d’oro. E’ la campionessa olimpica della scorsa edizione sempre nella categoria 52kg.
E’ stata la grande sorpresa. Arrivata a Parigi con tutte le aspettative e pressioni di favorita, data quasi per scontata la sua seconda vittoria olimpica, è invece uscita di scena subito al primo combattimento, subendo ippon a pochi attimi dalla conclusione. Nonostante fosse in vantaggio fino a quel momento. Ippon per la cronaca segnato dalla giovane avversaria uzbeka Keldyorava risultata poi vincitrice della categoria.
La reazione alla sconfitta della judoka giapponese ha impressionato e colpito tutti: Uta è crollata dotto il peso della delusione. Un pianto irrefrenabile, rimaneva accasciata a terra incapace di muoversi, finita in un vortice di emozioni che hanno evidenziato quanto avesse investito sia fisicamente che emotivamente nella competizione olimpica.
Per lei la sconfitta non è stata solo delusione personale, ma percepita come vergogna nazionale.
In Giappone il concetto della vergogna è strettamente legato all’idea di dovere verso la comunità e la nazione. La percezione di avere fallito nel rappresentare il proprio paese è devastante. Un fardello che ogni giapponese in qualsiasi campo atleta o meno porta sempre con sé.
Un episodio che ha rivelato quanto siano alti i costi emotivi e fisici del sacrificio per la nazione.
In perfetto spirito olimpico tutti i presenti nel palazzetto hanno applaudito in piedi mentre la campionessa se ne andava in lacrime sorte dal suo allenatore.
Un tributo alla fenomenale atleta, che ha simboleggiato il rispetto e l’ammirazione per la judoka giapponese che ha dato tutto in nome del paese.
Solidarietà, rispetto, umanità: questi valori sono stati evidenziati in questo gesto spontaneo del pubblico. Oltre a riconoscere la fatica e l’impegnò di Uta, è stato reso omaggio alla persona. E ancora una volta questo fatto ha mostrato come al di là delle medaglie e delle vittorie ciò che conta davvero sono il cuore e l’anima che ogni atleta mette nel suo percorso.
Cosa ne pensate?