VIRABHADRASANA la posizione del guerriero
Tra tutte le posizioni (asana) dello yoga, Virabhadrasana, la posizione del guerriero, è una delle più conosciute e famose.
Ma da dove arriva il suo nome?
In sanscrito, la lingua induista, Vira si può tradurre come Eroe, mentre Bhadra significa Fermo e Stabile; infatti, la posizione ricorda molto una figura guerriera che forte nei suoi intenti, si scaglia contro l’avversario.
È curioso vedere l’origine di questa asana riconducibile ad un bellissimo racconto induista:
Tutto nasce durante una cerimonia Yagna, una sorta di raduno degli dèi. A questo evento Daksha, il patrono della festa, subisce un torto da parte di Shiva. Questo litigio, come molte discussioni, ha origine da un’incomprensione e non dalla volontà di mancare di rispetto a Daksha, ma ad egli poco importa e decide di bandire Shiva da qualsiasi altra cerimonia, per sempre.
Come in ogni storia che si rispetti, accadde l’inevitabile, la figlia di Daksha, Sita, si innamora di Shiva.
Quando per Sita arriva il momento di scegliere il suo futuro sposo, il padre organizza una Yagna, dove però, Shiva, non è ovviamente invitato. Ma Sita non ha alcuna intenzione di scegliere un altro marito e quindi, decide di invocare Shiva, che si materializza immediatamente davanti a lei, e convolano a nozze, nonostante il disprezzo del padre.
Poco dopo il matrimonio della figlia, Daksha organizza una festa, alla quale Shiva e Sita non vengono invitati. Scioccata e contrariata dalla decisione del padre, Sita decide di presentarsi ugualmente alla festa. Al suo arrivo comincia un duro dibattito con Daksha, che sminuisce Shiva definendolo un essere selvaggio. Sita ribatte affermando che la grandezza di Shiva risiede nel suo amore per la Creazione tutta e il suo desiderio che ogni animale possa vivere felice e libero.
Il dibattito continua fino a quando Sita, profondamente umiliata e ferita dalle parole del padre, decide di allontanarsi dal bacchetto. La disperazione divenne così accesa che prese letteralmente fuoco e si ridusse in polvere.
Shiva, che si trovava in meditazione, appena ne venne a conoscenza, divenne furente e si strappò una ciocca di capelli che lanciò verso le ceneri di Sita.
La ciocca di capelli si trasformò nel grande eroe Virabhadra, che prima emerse dalla terra, poi brandì la sua spada, indicando con il dito della mano l’avversario, si preparò a fendere il colpo e infine tagliò la testa al padre di Sita.
Questo mito ci racconta la figura del guerriero e delle sue varianti, ma parla anche di due concetti filosofici molto importanti nello Yoga:
Avidya, in questo caso una percezione sbagliata che porta ad un all’accumularsi di pregiudizi che non fanno che peggiorare la situazione e
Raga, cioè l’attaccamento, che trasforma l’amore paterno in ossessione
Ecco spiegato il mito dietro la posizione del guerriero nello Yoga e delle sue varianti!