Grazie alla sua apparizione alle recenti olimpiadi svoltesi in Giappone il Karate è apparso finalmente all’attenzione del grande pubblico, grazie anche agli atleti italiani che hanno conquistato la medaglia.

Bisogna riconoscere un grande merito ai concorrenti italiani che si sono presentati con un’ottima preparazione atletica e che hanno ben meritato i risultati conseguiti.

Quello che si è visto è l’aspetto sportivo del Karate, con un regolamento ben preciso che limita molto il concorrente, soprattutto nelle gare di kumite (combattimento).

Per lo svolgimento sia delle gare di kata (combattimenti immaginari codificati verso diversi avversari) sono stati ammessi kata di vari stili ( Shotokan, Shito-ryu, Wado-ryu ) le cui esecuzioni sono state in alcuni casi pregevoli e in altri casi carenti sul piano della forma, sacrificata in nome della velocità.

Nelle gare di kumite il regolamento ha previsto l’impiego di numerose protezioni e di un sistema di punteggio che non sono comuni a tutte le federazioni di Karate.

E’ stata nel complesso una buona dimostrazione di “Karate sportivo” con, come detto precedentemente, grande impegno e preparazione degli atleti partecipanti.

Tutto ciò che non è consentito nel Karate sportivo fa parte dello studio ben più ampio che vediamo nel Karate-Do, la “via del Karate”, dove compaiono le moltissime tecniche che, per l’eccessivo pericolo, sono proibite nel primo. Si può affermare che il Karate sportivo e più in generale le competizioni costituiscano una componente importante nella formazione del Karate-ka ( chi pratica Karate), soprattutto per il carattere, ma non bisogna identificare il Karate con le competizioni: sarebbe un errore che limiterebbe molto lo studio del Karate stesso e lo priverebbe della sua connotazione di Arte Marziale, relegandolo solo al ruolo di sport.

Molti Karate-ka non hanno particolare interesse per le competizioni, in particolare i praticanti non giovanissimi, più inclini allo studio della tecnica e del Karate come difesa personale.

Nei nostri corsi diamo quindi spazio spazio ai due aspetti: quello sportivo e quello di Arte Marziale cercando di formare atleti giovani per partecipare alle competizioni ma contemporaneamente studiando le tecniche più efficaci e seguendo il cammino, la via, il Do che è proprio di tutte le Arti Marziali.

 

OSS! Tiziano Monti 7° DAN S.K.I.-I.